La storia
Per spiegare il nome Fucecchio storici ed eruditi del passato si sono esercitati con le più temerarie interpretazioni, che Egisto Lotti elencò nel suo libro pubblicato nel 1936. La spiegazione più antica, quella che fece più presa nella fantasia popolare, fu quella formulata già nel XV secolo da Annio da Viterbo che, basandosi su un documento rivelatosi poi un falso, lo fece derivare dai greci Focesi, scampati alla distruzione di Troia e venuti in Italia e altrove a creare nuovi insediamenti. Così dagli abitanti della Focide, che in latino sarebbero stati chiamati Focidis incolae o Focis incolae, per successivi passaggi linguistici sarebbe nato il nome Fucecchio (Focis incolae, Focincolae Fociclae, Ficiclum, Ficeclum Focecchium, Fucecchium, Fucecchio, solo per riportare alcune delle trasformazioni ipotizzate dal Lotti). Purtroppo, a parte il fatto che questa interpretazione si basa su un documento certamente falso, essa non regge nemmeno a un’analisi linguistica scientifica.
Altra interpretazione
Altra interpretazione riportata dal Lotti prospetta la derivazione del nome da una foce a cerchio, che avrebbe indicato un remoto congiungimento dell'Arno con i fiumi della Valdinievole: un cerchio di acque formato da quello che oggi si chiama Usciana con il quale si sarebbe congiunto un ramo dell’Arno poi rimasto interrato. Anche questa interpretazione, pur basandosi sull’ipotesi plausibile dell’incrocio tra due diversi corsi dell’Arno e dell’Usciana, noto prima del Mille anche con il nome Arme, non regge sul piano linguistico.
Altre ipotesi
Altre ipotesi hanno fatto riferimento alla forma Focecchio con derivazione da foce, termine con cui viene indicato un luogo di passaggio. Questa interpretazione potrebbe essere accettabile, poiché Fucecchio è stato effettivamente, fin dall’antichità un luogo di passaggio (intorno al Mille vi fu costruito il primo ponte sull’Arno tra Pisa e Firenze), e potrebbe reggere pure sul piano linguistico, ma si scontra con il fatto che il nome più antico di Fucecchio era Ficeclum e non Focecchio, documentato raramente solo a iniziare dal Cinquecento.
Infine non sarebbe da escludere anche una variazione dal termine vicus nella forma Vicecclum (ossia piccolo vico, piccolo centro abitato), documentata però in modo dubbio e soltanto eccezionalmente.
Secondo gli esperti
Ficeclum è senz'altro il vocabolo più antico e diffuso, che, dopo un'assai dubbia testimonianza del 932, si afferma con sicurezza fin dal 1011 per poi ripetersi, nella stessa forma, in molte carte relative a donazioni in favore dell'abbazia di San Salvatore durante l'undicesimo secolo. Successivamente Ficeclum si evolverà nella forma Ficecchium (XIII secolo), quindi Fucecchium (XIV secolo), per approdare infine all’italiano volgare Fucecchio (talvolta, come si è detto, anche Focecchio, ma raramente).
Sulla base di queste testimonianze gli esperti di linguistica interpretano il nome Ficeclum come derivazione da ficetulum, ossia “luogo dei fichi”, lasciando immaginare che la vegetazione prevalente o più appariscente fosse formata intorno al Mille da fichi. Ovviamente non si tratta di una certezza, ma di una ragionevole ipotesi basata su tracce linguistiche.
Nel periodo più antico questo toponimo designa, innanzi tutto, un “luogo detto”, ossia non un centro abitato, ma tutta l'area compresa tra la collina su cui sorge oggi il centro storico e l'Arno. In questi anni, tra il 1000 e il 1100, gli insediamenti, ossia i due nuclei abitati, portano invece i nomi di Borgonuovo, cioè il villaggio presso l’Arno, e Salamarzana, ossia il castello fatto costruire dai conti Cadolingi sull’altura dove si trova oggi la rocca. Alla fine dell'undicesimo secolo il nome indica la curtis di Ficeclum, ossia il territorio che successivamente si allargherà fino a coincidere con gli attuali confini amministrativi del Comune.