Indro Montanelli, giornalista e scrittore

Fucecchio, 22 aprile 1909 - Milano, 22 luglio 2001

Studi

Si iscrive alla facoltà di giurisprudenza a Firenze, ma trascorre periodi in Francia, a Grenoble e a Parigi, dove inizia l'apprendistato giornalistico collaborando a “Paris soir”. Oltre che in Giurisprudenza ottiene anche la laurea in Scienze Politiche.

Attività principali

Nei primi anni Trenta Montanelli aderisce alle ideologie anticapitalistiche e antiborghesi, entrando in contatto con Berto Ricci e collaborando con “L'Universale”. In questo periodo conosce Leo Longanesi che riconoscerà sempre come suo maestro di giornalismo. Nel 1935 esce il suo primo libro “Commiato dal tempo di pace”. Passa in Canada come corrispondente di “Paris Soir” finché viene assunto dall'Agenzia di New York dell'“United Press”. 
Negli anni 1935/1936 partecipa come volontario alla guerra di Etiopia da dove invia le corrispondenze di guerra, raccolte poi nel volume “Ventesimo battaglione eritreo”. Nel 1937 è in Spagna durante la guerra civile come corrispondente del “Messaggero”. Il suo servizio sulla battaglia di Santander viene considerato offensivo: rimpatriato per ordine di Mussolini verrà sospeso dal Partito Fascista a cui non aderirà più. Nell'impossibilità di svolgere la professione di giornalista, ottiene il posto di direttore dell'Istituto di Cultura di Tallinn e di lettore di letteratura italiana presso l'Università di Dorpat, in Estonia. Nel 1938 rientra in Italia dove Aldo Borelli, direttore del ''Corriere della Sera'', gli offre un contratto di collaborazione per articoli di viaggi e di letteratura. Nel luglio del 1939 viene inviato in Germania dove rimane fino allo scoppio della guerra. Ancora una volta è Mussolini in persona a deplorare gli articoli di Montanelli che si trova di nuovo costretto a ritirarsi in Estonia. Sorpreso dall'invasione sovietica, si trasferisce in Finlandia dove segue la guerra russo-finlandese fino alla ritirata dei Sovietici. In aprile si trasferisce a Oslo, ancora una volta mentre sta arrivando l'esercito tedesco. Anche qui le sue corrispondenze lo rendono sgradito sia ai Tedeschi che agli Inglesi. Tornato a Roma, assiste alla dichiarazione di guerra da parte dell'Italia ed è inviato sul fronte francese. Il 26 ottobre è richiamato a Roma per essere poi inviato in Grecia a seguire la disastrosa campagna militare italiana. Si porta quindi in Iugoslavia dove assiste all'indipendenza del Montenegro. Finiscono qui le sue corrispondenze di guerra, anche se continua la sua collaborazione al “Corriere della Sera”. 
Il 5 febbraio 1944 viene catturato dai Tedeschi in Val d'Ossola dove cercava di raggiungere i partigiani del Partito d'Azione. E' processato, percosso e condannato a morte il 20 febbraio. 

Rimane in carcere per tre mesi ma la sentenza non viene eseguita grazie all'interessamento del cardinale Schuster. Riuscito a fuggire di prigione, ripara in Svizzera dove rimane fino alle fine della guerra. 
Nel 1945 riprende il suo posto al “Corriere della Sera”. Inizia poi nel 1957, con la “Storia di Roma”, la serie di volumi dedicati alla divulgazione storica che coprono tutta la storia d'Italia fino ai giorni nostri. Collabora anche a diversi periodici, tra cui “Il Borghese”, spesso utilizzando pseudonimi. 
Nel 1956 è in Ungheria dove, ancora una volta, racconta in diretta un grande evento: la rivoluzione di Budapest e l'arrivo dei carri armati sovietici. 
Nel 1973 inizia la collaborazione con “Oggi”. Nel 1974 lascia il Corriere della Sera per incompatibilità con la linea politica seguita dal direttore Piero Ottone per fondare il “Giornale nuovo”, a cui collaborano firme prestigiose. 
Il 2 giugno 1977 subisce a Milano un attentato da parte delle Brigate rosse. Gli attentatori otterranno in seguito il perdono di Montanelli. 
Nel 1987 viene costituita a Fucecchio la Fondazione Montanelli Bassi. 
Nel 1994, dopo mesi di contrasto con l'editore Berlusconi, Montanelli lascia il Giornale e fonda “La Voce”, il cui primo numero esce il 22 marzo. 
Nell’ aprile del 1995 “La Voce” è costretta a chiudere. Montanelli torna al “Corriere della Sera”, per il quale firma editoriali e tiene giornalmente una “Stanza” rispondendo alle domande dei lettori. Continuano intanto a uscire i volumi sulla “Storia d'Italia”, curati insieme a Mario Cervi. 
Indro Montanelli muore a Milano il 22 luglio 2001. L'urna con le sue ceneri è deposta accanto alla tomba della madre nella cappella di famiglia a Fucecchio. 
Il suo studio romano e quello milanese sono trasferiti presso la Fondazione Montanelli Bassi dove sono visitabili insieme ad altre testimonianze.